“Io non sono come Zavarov”: il talentuoso centrocampista russo appena giunto in Italia cercò di esorcizzare così il paragone con il poco illustre connazionale, bidone della Juventus sul finire degli anni ’80. Ma gli andò male. Ai dirigenti del Genoa e al tecnico Bruno Giorgi bastarono pochi mesi per capire di aver preso una cantonata colossale: chiuso da Branco, Skuhravy e Van't Schip il medagliato di Seul levò le tende dopo appena quattro presenze ed un gol, trasferendosi al Marsiglia
giovedì 20 gennaio 2011
BIDONIIIIIIIIIIII.........Igor Dobrovolsky
“Io non sono come Zavarov”: il talentuoso centrocampista russo appena giunto in Italia cercò di esorcizzare così il paragone con il poco illustre connazionale, bidone della Juventus sul finire degli anni ’80. Ma gli andò male. Ai dirigenti del Genoa e al tecnico Bruno Giorgi bastarono pochi mesi per capire di aver preso una cantonata colossale: chiuso da Branco, Skuhravy e Van't Schip il medagliato di Seul levò le tende dopo appena quattro presenze ed un gol, trasferendosi al Marsiglia
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