mercoledì 29 dicembre 2010

PAUL JOHN GASCOIGNE

Paul John Gascoigne, soprannominato Gazza (Gateshead, 27 maggio 1967), è un allenatore ed ex calciatore inglese, che ha rivestito il ruolo di centrocampista nella nazionale inglese e in diversi club professionistici dei massimi campionati inglese, italiano e scozzese.Centrocampista offensivo dotato di un ottimo dribbling, era in grado sia di operare come regista avanzato che di finalizzare l'azione con gol personali. Le sue doti tecniche erano accompagnate da un fisico possente che gli permetteva di resistere ai difensori avversari, e da un grande agonismo che lo spingeva ad interventi in tackle spesso eccessivamente duri.
Entrato a far parte delle giovanili del Newcastle United nel 1983, esordisce in prima squadra nel 1985. Con il Newcastle ha giocato 107 partite mettendosi in rilievo come giocatore talentuoso.
Nel 1988 passa al Tottenham Hotspur, esordendo nella nazionale di calcio inglese contro la Danimarca. Proprio con la maglia della nazionale si mette in luce a livello mondiale grazie alla sua partecipazione al mondiale in Italia del 1990, tanto che l'anno seguente è acquistato dalla Lazio al costo di 26 miliardi di lire, pur essendosi gravemente infortunato nella finale di Coppa d'Inghilterra.
Arrivato in Italia nel 1992 con grandi clamori, anche se con qualche dubbio riguardo la sua integrità fisica, viene subito messo sotto accusa dalla stampa per il suo carattere ribelle e per il comportamento al di fuori del campo. In tre stagioni alla Lazio realizza solo 6 gol in campionato, il primo dei quali contro la Roma all'89º minuto di un derby molto combattuto.
I comportamenti da lui manifestati in Italia furono spesso riportati ed enfatizzati dalla stampa.
Nel 1995 torna nel Regno Unito, giocando per tre stagioni nel Rangers Glasgow, squadra con la quale ritrova la continuità di gioco e i risultati. Raggiunge l'apice della carriera in questo periodo, partecipando agli Europei del 1996. Nel 1998 viene estromesso dal giro della Nazionale, non essendo stato convocato per i Mondiali del 1998, chiudendo così la sua carriera internazionale con 57 gare e 10 reti.
Passa proprio nel 1998 al Middlesbrough per due stagioni durante le quali continuano i suoi problemi di alcolismo, che ammetterà durante i due anni successivi all'Everton.
Nel 2002 gioca un periodo al Burnley, quindi prova l'avventura americana (2002) e cinese (2003), entrambe senza alcun successo. L'ultima sfida della sua carriera è del 2004 quando tenta l'avventura di allenatore-giocatore al Boston United ottenendo risultati deludenti. Non meno deludenti i risultati che otterrà in seguito come allenatore.











Considerato come uno dei calciatori più talentuosi della sua generazione, è opinione diffusa che non sia mai riuscito ad esprimere appieno il suo potenziale per via dei numerosi infortuni ma soprattutto a causa della sua vita sregolata fuori dal campo. È l'attuale allenatore del Garforth Town, squadra dilettante inglese militante nell'8º livello della Struttura piramidale delle leghe calcistiche inglesi.
Dopo il suo ritiro dalla carriera agonistica è stato numerose volte al centro delle cronache per i suoi problemi di alcolismo accompagnati da disturbi psichici sempre più gravi.

martedì 21 dicembre 2010

CIAO ENZO CAMPIONE DEL MONDO PER SEMPRE...

Se ne è andato un pezzo della storia calcistica italiana,se ne è andato in punta di piedi, quasi non volesse stravolgere ancora di più il calcio italiano che sta sprofondando nel baratro.
Se ne è andato un uomo vero,un uomo di altri tempi...
Noi lo ricorderemo sempre con la sua pipa in bocca e con quella coppa del mondo alzata verso il cielo....CIAO ENZO!!!!!

lunedì 20 dicembre 2010

Consigli per i regali !!!!!!

Natale si sta avvicinando, e io colgo l'occasione per aiutarvi a trovare idee regalocasuals, mi raccomando le marche sono sempre le stesse Fred Perry , Lacoste, Adidas , o Burberry, cappellini maglioncini o scarpe , sempre con stile anche a Natale !!!






"gemellaggi"

Queste foto le posto volentieri alla faccia di chi ci vuol distruggere, alla faccia di chi pensa che l'ultras sappia solo crear disordini, alla faccia di chi vieta trasferte come quella di parma per i ragazzi doriani, alla faccia di chi ci vorRebbe veder scontrarsi solo per poter emettere diffide, (e se questa tessera non sta creando troppi intoppi non è certo per la sua efficienza ma per la nostra intelligenza) alla faccia di chi non ci capisce,alla faccia di chi ci vuole male !!!! ESSERE ULTRAS ESSERLO NELLA MENTE !!!!!!!





"UN LEONE PER AMICO"

domenica 12 dicembre 2010

SOTTOCULTURA ULTRAS...

Gli ultras sono considerati come sottocultura giovanile da una parte della sociologia. Con questo termine si identifica un gruppo di individui accomunati da un determinato stile di vita, da alcuni vocaboli gergali, dalla diffusione di certi capi d'abbigliamento. Essi hanno un proprio sistema di valori e una propria ritualità, oltre ad un peculiare modo di vivere lo stadio che non è lo stesso del tifoso comune. In tal senso possono essere intesi l'utilizzo della violenza contro le tifoserie rivali e l'accettazione di essa secondo codici di comportamento condivisi.
Un recente studio di impostazione sociolinguistica, analizzando gli striscioni esposti allo stadio dagli Ultras della Fiorentina, ha infranto la visione classica che i precedenti studi di impostazione sociologica offrivano focalizzando la loro attenzione sullo stadio e sull'uso della violenza come affermazione territoriale. L'analisi sugli Ultras della Fiorentina (analisi degli striscioni degli Ultras della Fiorentina dal campionato 2004-2005 ad oggi) si focalizza sullo stile di comunicazione e le tematiche espresse dagli Ultras Viola ed emerge un quadro che mostra dinamiche comunicative complesse ed articolate, discostandosi dall’immagine classica che i media veicolano sul fenomeno Ultras. Gli striscioni si dimostrano infatti come un mezzo di espressione e condivisione di un’identità complessa e territorialmente radicata, che porta gli autori a sostenere l'ipotesi che il fenomeno Ultras Viola sia non espressione di disagio sociale, come la maggior parte della letteratura ad oggi tendeva a volere dimostrare, ma, piuttosto, di rivendicazione identitaria con connotazioni culturali articolate e complesse che non mostrano correlazione alcuna con fenomeni di tipo violento, bensì con un nuovo modo identitario di essere ultras che non esplicità la sua essenza nello scontro fisico ma nell'affermazione identitaria e culturale 

 Oggi in Italia, ma non solo, è in atto un tentativo di repressione da parte degli enti governativi che tendono a porre fine ai movimenti ultras. Questi atti molto spesso sfociano in scontri violenti tra polizia e ultras. In alcuni casi gli ultras di squadre da decenni rivali si sono federate in manifestazioni contro la Polizia. Un esempio è il corteo comune tra milanisti, interisti, atalantini e bresciani dopo la morte di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso in autostrada da un poliziotto con un colpo di pistola.